Slough, Regno Unito, 20 marzo 1918
Port Washington, New York, Stati Uniti, 20 agosto 2013

Nata nel 1918 a Slough, in Inghilterra, Marian McPartland è stata una delle figure più versatili e longeve del jazz del Novecento. Cresciuta in una famiglia non particolarmente musicale, si avvicina al pianoforte da bambina e si forma alla Guildhall School of Music, pur rompendo presto con la rigidità accademica per seguire il richiamo forte del jazz.
Durante la Seconda Guerra Mondiale e l’ingaggio come musicista delle truppe alleate, si trasferisce negli Stati Uniti. E’ lì che la sua carriera prende davvero il volo: in un ambiente jazzistico, interamente dominato dagli uomini, Marian riesce a farsi largo grazie alla sua sensibilità musicale e alla sua tecnica pianistica raffinata.
Nel 1950 forma il suo primo trio stabile per un’esibizione al locale Embers di New York e due anni dopo, nella stessa città, inizia una lunga collaborazione con lo storico club Hickory House, dove si esibisce regolarmente per otto anni.
Le collaborazioni più significative
Nel corso della sua carriera, McPartland collabora con molti grandi nomi del jazz, ma il suo maggior impegno va riconosciuto nella promozione di altre musiciste donne, in un mondo spesso spaventato e restio a riconoscerne il talento. Tra le collaborazioni più importanti spicca quella con Mary Lou Williams, pianista e compositrice pioniera, con cui condivide il palco e un profondo rispetto reciproco. McPartland valorizza anche la cantante e contrabbassista Carol Sloane e suona con la sassofonista Vi Redd.
Queste interazioni non solo arricchiscono il suo repertorio, ma contribuiscono a creare una rete di sostegno e visibilità per le donne nel jazz.


Marian McPartland e Mary Lou Williams
Divulgatrice e mentore: piano jazz e oltre
Nel 1965 dà inizio alla sua carriera radiofonica presso l’emittente WBAI e nel 1970 fonda Halcyon Records, diventando una delle prime donne nel jazz a creare una propria etichetta discografica.
Tuttavia, una delle eredità più durature di Marian McPartland è stata la sua trasmissione radiofonica Marian McPartland’s Piano Jazz, andata in onda sulla NPR per oltre trent’anni, diventando il programma sindacato più longevo della radio pubblica americana. Il programma, oltre a essere una miniera di performance, interviste e conversazioni intime con le grandi voci del jazz, è anche una piattaforma in cui soprattutto le donne sono invitate a raccontarsi e ad esprimersi liberamente. Marian è una vera pioniera nel raccontare il jazz da “insider”, con una voce competente, rispettosa e appassionata. Il suo ruolo di mentore e divulgatrice ha ispirato generazioni di musiciste. Questo progetto le vale l’ingresso nella National Radio Hall of Fame nel 2007. La trasmissione ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il prestigioso Peabody Award. Molte puntate sono state in seguito pubblicate su CD, lasciando una testimonianza preziosa e affascinante della storia del jazz. Oltre che autentica; quella che viene insabbiata nei libri di testo…
Marian McPartland ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel corso della sua carriera, tra cui diverse lauree honoris causa e il prestigioso Grammy Trustee’s Award, assegnato per i risultati ottenuti nell’arco di una vita dedicata alla musica. Oltre alla sua attività di musicista e conduttrice radiofonica, si è distinta anche come autrice. Ha pubblicato The Artistry of Marian McPartland, una raccolta di trascrizioni delle sue performance, e Marian McPartland’s Jazz World: All in Good Time, un libro che riunisce una serie di ritratti e riflessioni sui grandi nomi del jazz, offrendo uno sguardo personale e competente su questo universo musicale.
I lavori discografici
Tra i suoi album ti consiglio di ascoltare: At the Hickory House (1953) e Twilight World (2008).
Il primo disco è un live registrato al celebre club newyorkese, che mette in luce l’eleganza della pianista nel fraseggio e la sua capacità di interagire con il pubblico.
Ecco Lullaby in rhythm (Benny Goodman, Walter Hirsch, Edgar Sampson, Clarence Profit):
Twilight World, invece, è un lavoro più maturo e introspettivo, che dimostra l’evoluzione dello stile di Marian verso una raffinatezza armonica quasi impressionista.
Ecco Lonely woman (Ornette Coleman):
L’eclettica pioniera Marian McPartland era ispirata tanto dai classici europei quanto dal bebop americano, creando una sintesi unica ed estremamente originale.
Fonti
- All in Good Time: A Memoir – Marian McPartland, 1987
- Madame Jazz: Contemporary Women Instrumentalists – Leslie Gourse, 1995
- Stormy Weather: The Music and Lives of a Century of Jazzwomen – Linda Dahl, 1984
- Swing Shift: “All-Girl” Bands of the 1940s – Sherrie Tucker, 2000
- NPR – Marian McPartland’s Piano Jazz
- Discogs – Marian McPartland
- JazzTimes – Marian McPartland obituary
- Smithsonian Jazz