Los Angeles, California, 20 settembre 1928
6 febbraio 2022
Nel panorama del jazz degli anni Quaranta, spicca un sax contralto al femminile: Elvira “Vi” Redd, talentuosa musicista Californiana, nata alla fine degli anni ’20.
Gli inizi e le influenze
Cresciuta in una famiglia profondamente immersa nella musica, Vi Redd si distingue come una delle poche donne sassofoniste a guadagnarsi il rispetto e la notorietà in un mondo dominato da uomini.
La sua carriera musicale è segnata da influenze significative fin dalla giovinezza. Sua zia Alma Hightower, insegnante e mentore di giovani musicisti afroamericani a Los Angeles, è una guida fondamentale non solo per Vi, ma anche per artisti come Melba Liston, pioniera del trombone nel jazz. Il padre di Vi, Alton Redd, era un batterista esperto nello stile di New Orleans, mentre suo fratello e il suo futuro marito, Richie Goldberg, erano anch’essi percussionisti.
La bravura di Vi inizia a emergere sulla scena internazionale negli anni Sessanta, quando incide come leader e riceve attenzione da parte della critica. Conosciuta principalmente per il suo lavoro sul sax contralto, Vi dimostra una versatilità unica, suonando anche il sax soprano e mostrando una notevole abilità vocale.
La sua musica è intrisa di blues, con uno stile al contempo dolce e aspro, che cattura l’energia predicativa del bebop. Alcuni critici l’hanno paragonata a Charlie Parker, pioniere del bebop, per l’intensità e la profondità della sua espressione musicale.
Leonard Feather ha dichiarato: “Ha troppo talento. È una cantante soul-blues-jazz che si esibisce al sassofono contralto? O è una sassofonista ispirata a Charlie Parker che canta anche? Ci sono opinioni contrastanti sul fatto che il suo strumento principale fosse il sassofono o la voce”.
Non concordo con il leggendario critico: credo sia doveroso sottolineare l’unicità del suono e della personalità di Vi (come di ogni musicista di jazz, uomo o donna che sia). E’ innegabile l’influenza di Parker, ma non indispensabile a definire un estro che nasce dalla sua peculiare visione artistica. La sua esperienza la rende capace di trasformare il bebop in un linguaggio personale e originale, che si lancia oltre i confini del solo omaggio, e diventa puro Vi Redd.
La jazzista collabora con alcune delle figure più iconiche del jazz, tra cui Max Roach (batteria), Roland Kirk (sassofono, flauto), Marian McPartland (pianoforte) e Dizzy Gillespie (tromba). Le sue tournée come leader la portano in Europa, Africa e Giappone, rendendola una musicista internazionale. E’ nel 1968 che partecipa al tour africano con la celebre orchestra di Count Basie, un’esperienza che consolida il suo status di artista di fama mondiale.
Un talento in un mondo maschile
Nonostante il successo, la nostra protagonista ha dovuto affrontare molte sfide nel suo percorso musicale e di vita. Come osserva nuovamente Leonard Feather nei primi anni Sessanta, il jazz era ancora intriso di pregiudizi di genere (e non possiamo dire con certezza che le cose siano notevolmente cambiate…), che rendevano difficile per le donne ottenere riconoscimenti paragonabili a quelli degli uomini. Tuttavia, Feather ha riconosciuto in Vi una forza indomabile e ipotizzato che potesse diventare la prima grande sassofonista nella storia del jazz, se solo il mondo fosse stato pronto a riconoscerne il valore.
Oltre alla musica, Vi Redd si è dedicata alla formazione scolastica di giovani studenti californiani (dopo la laurea in scienze sociali), dimostrando che il suo contributo alla cultura si spingeva anche oltre il palcoscenico.
…To be continued…
Ti invito a leggere l’articolo successivo per scoprire i tre dischi imprescindibili di Vi Redd e ascoltare qualche sua magnifica interpretazione!